è così che ci chiamano, al giorno d'oggi

13 ottobre 2006

Dallo Spazio a MySpace



Era da un po' di giorni che volevo dirlo ma poi ho avuto da fare e ora ho un piccipoco di tempo e lo metto su. Nel senso. Tanto per dire come la democratizzazione del sapere, la free-knowledge, il senso di community, la circolazione libera dell'informazione, il rampantismo giovanile, le grandi idee... ecco, poi ad un certo punto arriva Google, sgancia 1,3 miliardi e tutto prosegue come se niente fosse. Io non so perchè non ci si pensi. Non ci si voglia pensare. Certo è comodo, YouTube; non si discute il mezzo. Ma spingiamoci oltre. Non ci accorgiamo che siamo numeri per i marketing? Che siamo profilazione venduta cara? Che regaliamo i NOSTRI contenuti GRATIS? Infiliamo le nostre vite su MySpace credendo sia roba nostra da condividere con gli amici. Pubblichiamo i nostri attimi più importanti perchè speriamo che qualcuno li veda e ci regali un po' di gloria. Tutto pensando di essere noi il soggetto. La cosa importante. Il valore. E invece un cazzo di niente, amico mio. Questi due ripetono come un mantra esorcistico la parola "community" e se la ridono. Dicono che miglioreranno il servizio, faranno grandi cose con più risorse, riorganizzeranno tutto. Ecco. La solita solfa. La verità è che a me questa roba non fa schifo. Non sto biasimandoli, così come non ho biasimato Piero Rattazzo di Milano quando ha venduto per una pacca di soldi il locale di Corso Ticinese alla Guru. 44 anni di storia cancellati come se niente fosse. Ma non è il punto. Metto da parte la mia convinzione che se uno cresce grazie alla credibilità della gente, deve saperla gestire, seguendo l'assioma che: "da un grande potere derivano grandi responsabilità". Vado oltre. E mi fa un po' strano. Questo si. Mi fa sentire un po'... come spiegarlo... quella sensazione rarefatta... la bottiglia su per l'ano... le castagne... com'è che la chiamate voi? Ah, si. Preso per il culo.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

bè, se io oggi avessi in tasca 650 milioni di dollari come ciascuno dei tizi raffigurati, me ne sbatterei il cazzo di migliorare il servizio per la community e di implementare nuove features, mi sarei già comprato un atollo nel pacifico del sud. un aereo. una nave. una fornitura a vita di cibi di lusso presso le più rinomate gastronomie del mondo (in particolare Fauchon e Fortnum & Mason). uno chef privato. un medico privato. un archivio di tre milioni di vinili. qualche centinaio di schiave minorenni bisessuali (scelte fra le fotomodelle più intelligenti in modo da rappresentare tutte le etnie del pianeta). un impianto audio/video esoterico. una spa privata. un motoscafo riva del 1953. un letto morbidissimo di cinquanta metri quadri. Inviterei i musicisti che mi piacciono a suonare solo per me. I miei amici saranno liberi di godere della mia ospitalità come e quando vorranno. Soprattutto, mi sarei già levato dalle palle.
Per i primi dieci anni terrei l'atollo come base (diciamo per tre mesi all'anno) e passerei il resto del tempo viaggiando in tutti i paesi del mondo che non ho ancora visto. Poi vado in pensione e dall'atollo non mi muovo più. La gente che fa i soldi e non si tiene il tempo per goderseli mi fa veramente girare i coglioni. siamo profilazione venduta cara? prima di tutto siamo un tubo con della carne intorno (youtube: tu-tubo - nomen omen): entra cibo, esce merda. se qualcuno ha un'opinione di sè più elevata e si sente interdetto quando lo profilano, cazzi suoi.
saluti
a.

6:37 PM

 
Anonymous Anonimo said...

P.S.

le vicende del signor Rattazzo e quelle del CBGB'S le sento molto più vicine. sono cose che VERAMENTE non ci saranno più. tu-tubo ha solo cambiato proprietario. ah, ma non saranno più "indipendenti". la bella favoletta dei due ragazzi che progettano il loro futuro dalle profondità di un umido garage. chi se ne fotte.

6:56 PM

 

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