Vivere e capire il trash
"Il trash è il risultato che si ottiene da un'emulazione fallita. Quando si vuole essere qualcosa e non ci si riesce."
(Tommaso Labranca)
Ieri io e Max Fiorio siamo stati ospiti di una trasmissione televisiva. E, insomma, ecco, vien da dire che certe cose si fanno solo per raccontarle. Come esperienza intellettuale, dico. Come tappa del tour nell'Italia reale, alla scoperta delle pulsioni dell'uomo medio.
A Studio & Stadio c'era tutto: il presentatore wannabe, atteggiato e un poco vanitoso (ma simpatico, curioso, impavido); la rumena incapace, quasi figa, vacca; il produttore pappone, ignorante, arricchito. C'era la provincia, insomma. Tutto ciò che odio della provincia, e cioè il volere essere qualcosa che non si è, il significato del termine "provinciale" dimostrato in sè.
Abbiamo commentato una partita di calcio della squadra universitaria di Padova, mentre il presentatore non poteva parlarne male perchè ne era lo sponsor. Abbiamo visto un orrendo e imbarazzante "gioco a premi", mentre non esisteva nè il premio nè lo spettatore nè la telefonata. Abbiamo subito un'intervista alla quale non si poteva rispondere in maniera seria perchè il contesto era surreale.
Io me la sono risa di gusto, come si fa quando si guarda la Gialappa's. Con la differenza di sentirmi il malcapitato protagonista di una trasmissione della Gialappa's, in un delirio metafisico. Non più sicuro, dietro il mio schermo, superiore, con la schiena sul mio divano. Ma dentro. In fondo all'imbarazzo di un'emulazione fallita. In fondo al trash.